Che cos’è una puntatrice elettrica, come si usa, che vantaggi ha, quando è davvero una buona alternativa a una saldatrice professionale: dubbi come questi sono piuttosto comuni – e legittimi – quando si sia in procinto di acquistare una nuova saldatrice per la propria officina o per i propri lavori di fai da te e si sia indecisi tra le varie alternative ormai disponibili sul mercato. Proviamo insieme, allora, a trovare qualche risposta.

Tutto quello che c’è da sapere (e qualche avvertenza) sulle puntatrici elettriche

Partendo da come funziona una saldatrice elettrica a punti: il circuito elettrico di cui la puntatrice è dotata, una volta attivato, genera un forte calore nella zona di contatto tra gli elettrodi e la superficie su cui sono poggiati; per saldare due pezzi di metallo con una puntatrice elettrica, così, basterà accostarli e attivare la macchina: quella che si otterrà sarà una saldatura a punti, facilmente riconoscibile anche alla vista per la presenza di una sorta di linea tratteggiata e con punti di saldatura distinti.

Questa tecnica di saldatura, detta anche saldatura a resistenza, è tanto più efficace quanto le saldature siano effettuate tra materiali simili o per lo meno con punti di fusione simili e dallo spessore ridotto (in genere i risultati migliori con una puntatrice elettrica si ottengono su superfici spesse fino a 4 millimetri, ma ci sono saldatrici portatili elettriche professionali che assicurano buoni risultati anche su superfici di 10 millimetri o più di spessore). Il calore generabile da una puntatrice elettrica è, infatti, direttamente proporzionale alla sua potenza che, dovendo contare su un generatore portatile, è inevitabilmente ridotta.

Quanto appena detto basta a individuare alcuni dei parametri, i più importanti, sulla base dei quali scegliere la propria saldatrice portatile a punti per essere sicuri di ottenere buoni risultati: la potenza e, cioè, le prestazioni del motore, insieme inevitabilmente alla tensione – che sia compatibile con quella della corrente elettrica domestica, soprattutto se si prevede di utilizzare la saldatrice portatile in pronto intervento, lontano dall’officina e per assicurarsi di poterla alimentare in ogni condizione. Le puntatrici elettriche di più recente generazione hanno funzioni aggiuntive come soprattutto un sistema che raffredda gli elettrodi e regola il ciclo di funzionamento, utili per evitare il surriscaldamento soprattutto in quelle occasioni in cui sia necessario utilizzare la saldatrice portatile per più tempo o ripetutamente, per più interventi di seguito.

Prestata la dovuta attenzione al momento della scelta, del resto, questo attrezzo si dimostra piuttosto versatile e risolutivo in varie situazioni. A convincere molti addetti ai lavori è soprattutto la varietà di materiali su cui si può lavorare con una puntatrice elettrica: dall’acciaio alle lamiere. La “mini-invasività” di questo strumento lo rende la soluzione migliore anche quando si abbia la necessità di intervenire a saldare materiali già rifiniti o trattati e che, per questo, non andrebbero rovinati, come la carrozzeria di un’automobile. Diverso è, invece, il caso in cui si abbia bisogno di intervenire con saldature su materiali deteriorati da ruggine soprattutto: la puntatrice elettrica potrebbe non essere per nulla efficace e sarebbero da preferire in questo caso soluzioni più professionali.

Di Grey